La felicità richiede movimento
Spesso parliamo di felicità, proviamo a darne una definizione senza successo, a dire quali sono le città o paesi dove si vive meglio e quindi più felici. Ma, la domanda che non ci si è ancora posti è:
LA FELICITA’ RICHIEDE STATICITA’ O MOVIMENTO?
Sicuramento molti pensano che si diventa felici quando migliorano le condizioni di salute o economiche durevolmente, perciò raggiungendo uno stato migliore; ben presto, poi, si accorgono che desiderano di più per continuare ad essere soddisfatti o felici.
Ma GIACOMO LEOPARDI ha studiato bene l’argomento, infatti scrisse “La quiete dopo la tempesta”; in quest’opera, Egli si limitò a dirci che la vita è dolore e cessa solo quando si passa da una condizione peggiore ad una più facile da affrontare.
In realtà, quanto ci dice Leopardi è vero; Egli è troppo pessimista, non parlerebbe mai di felicità, ma ha capito bene il concetto: LA FELICITA’ E’ UN PASSAGGIO, ed io aggiungo, tra il bisogno di una qualunque cosa materiale e non e la soddisfazione relativa a quel bisogno. Perciò richiede movimento, non può mai esistere nella staticità.
Allora, possiamo cominciare a definire con successo questa parola, si tratta di raggiungere emozioni continue presenti solo in una società ricca di cambiamenti che vanno dal negativo (bisogno) al positivo (soddisfazione) e poi di nuovo un negativo seguito dal relativo positivo.
Allora, posso solo dirVi: diamoci da fare! La strada è lunga e nessuno, finora, ha avuto la fortuna di conoscerla.