Perché è difficile credere in DIO?
La religione cristiana ci dice che DIO è AMORE, che ama tutti i suoi figli indistintamente; insomma è un Padre perfetto, ma a qualunque osservatore è chiaro che ci sono grandi differenze sociali come poveri e ricchi, malati e sani, persone libere ed altre che devono obbedire, insomma che c’è bene e male nel mondo.
Un qualunque genitore, invece, ha un comportamento molto diverso dal Suo nell’essere padre, anche se è sicuramente imperfetto; infatti cerca di soddisfare suo figlio e di proteggerlo dal dolore presente sulla Terra. Se teniamo conto del grande potere divino e del misero potere di un qualunque genitore, c’è qualcosa che non va; sembra che il primo, quando ama vorrebbe evitare ai figli il dolore e l’altro ce lo procuri molto volentieri.
E’ questa la grande contraddizione che rende comprensibili i non credenti.
La religione si difende col discorso del peccato, l’uomo deve soffrire perché c’è stato il peccato originale; la psicologia, scienza ancora molto giovane, ci dice che il comportamento dell’uomo è figlio delle sue esperienze per circa l’85% e per il rimanente 15% è dovuto alla conformazione cerebrale. Se teniamo presente che queste due cose gli sono state date dalla vita, egli non può essere definito libero di scegliere tra il bene ed il male.
Allora, come risolvere questa grande contraddizione?
La soluzione è contenuta in una parola, BISOGNO, essa contiene la chiave per capire il mistero della vita, per aiutarci a non considerare il male inutile, ecco perché DIO l’ha creato, ma solo la causa che ha come conseguenza il bene. Questo nuovissimo pensiero psicologico è contenuto nel saggio “TERZO MILLENNIO Scoperta di DIO e del Segreto della CREAZIONE”.